In una lettera che spedisce a Livio Garzanti, nel novembre del 1954, Pier Paolo Pasolini spiega con puntualitá lo schema del romanzo che sta scrivendo: ''La mia poetica narrativa consiste nell'incatenare l'attenzione sui dati immediati. E questo mi é possibile perché questi dati immediati trovano la loro collocazione in una struttura o arco narrativo ideale che coincide poi col contenuto morale del romanzo. Tale struttura si potrebbe definire con la formula generale: l'arco del dopoguerra a Roma, dal caos pieno di speranze dei primi giorni della liberazione alla reazione del '50-51''. Chi legge solo oggi Ragazzi di vita si trova davanti una Roma completamente scomparsa e un'umanitá, quella dei rudi ''borgatari'', di struggente tenerezza. Il benessere cresce intorno a questi ''regazzini'', insieme con la loro fame. Più tardi perfino la fame cambierá di segno, si trasformerá in nuovi bisogni fino ad allora sconosciuti.